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martedì 11 novembre 2008

RUBIN KAZAN CAMPIONI DI RUSSIA


Entra nella storia del calcio russo il Rubin Kazan che, al termine di un campionato dominato fin dalla prima giornata, diventa per la prima volta Campione di Russia, festeggiando come meglio non poteva il suo cinquantesimo anniversario. Probabilmente, anzi quasi certamente, il Rubin non era la squadra migliore del campionato russo, CSKA e Zenit in particolare sembravano disporre di qualche marcia in più, ma la formazione di Kazan si è dimostrata in grado di saper reggere la pressione ad alti livelli, mantenendo una continuità di risultati ai limiti del disumano ed esibendo uno dei sistemi di gioco dal più alto tasso d'efficacia, in barba alle critiche per un atteggiamento spesso troppo ostruzionistico, in barba alla stampa russa che talvolta li ha denigrati e soprattutto spesso li ha snobbati. Un successo assolutamente inaspettato alla vigilia, considerando anche il piazzamento finale del Rubin nello scorso campionato, un decimo posto che non lasciava presagire nulla di buono. La dirigenza però si è rimboccata le maniche e nello scorso mercato invernale si è scatenata, risultando la squadra russa ad aver speso di più. E l'ha fatto bene, assicurandosi giocatori che nell'arco della stagione si sono rivelati importantissimi per la conquista del titolo finale, come il portiere Sergey Ryzhikov, l'interessantissimo terzino argentino Cristian Ansaldi, gli esperti difensori centrali Alexey Popov (quest'ultimo in realtà arrivato soltanto in estate) e Roman Sharonov, il laterale mancino georgiano Dado Kvirkvelia, il capitano della nazionale russa Sergey Semak, l'esterno sinistro, ex Amkar, Andrey Kobenko, l'ex stella del calcio ucraino Sergey Rebrov, il talentuoso turco Gokdeniz Karadeniz, il capocannoniere - a pari merito con Pavlyuchenko - dello scorso campionato russo, Roman Adamov e, perchè no, anche il serbo Savo Milosevic, una vecchia conoscenza del calcio italiano, che a 35 anni suonati ha regalato al Rubin il primo trofeo della sua storia. Sarebbe ingiusto non citare anche alcuni dei giocatori che c'erano già e che hanno ricoperto un ruolo importante nella trionfale annata del Rubin, come l'esperto difensore croato Stepjan Tomas, il centrocampista sudafricano Kheto Sibaya, il giovane talento locale Alexander Ryazantsev, lo straordinario ecuadoregno Christian Noboa, il turco Hasan Kabze ed il gigantesco Alexander Bukharov, sfortunatissimo centravanti classe 1985 che nel 2006, dopo essere stata la rivelazione delle prime 10 giornate del campionato russo, ha rischiato tragicamente di compromettere la sua carriera, riportanto un gravissimo infortunio al ginocchio e rientrando di fatto arruolabile soltanto all'inizio del 2008. Ma sarebbe sbagliato dimenticare quello che probabilmente rimane il principale artefice di un'impresa di tali proporzioni, vale a dire l'enigmatico e particolarissimo tecnico turkemno Kurban Berdyev, 56enne dal carattere duro e dai modi di fare spesso bizzarri, come quello di seguire ogni partita con un rosario musulmano tra le mani. La grande ascesa del Rubin, club nato appena nel 1958 e che soltanto nel 1993 ha assunto la denominazione attuale, è coincisa con il suo approdo a Kazan: è stato infatti lui a portare il Rubin per la prima volta nella massima serie russa nel 2003, conquistando un incredibile terzo posto. Nelle stagioni successive il Rubin si è confermato uno dei club più competitivi del calcio russo, ottenendo in particolare un quarto posto nel 2005 ed un quinto piazzamento nel 2006. Dopo la deludente stagione passata, Berdyev è stato il primo ad ammettere i propri errori, ha preteso rinforzi che puntualmente la ricca dirigenza non gli ha fatto mancare ed ha portato così la formazione tartara a laurearsi Campione di Russia, un risultato che gli permetterà di partecipare all'edizione della Champions League 2009/10.
Un trionfo che sarà festeggiato e ricordato a lungo nell'ambiziosa e ricca Kazan, capitale della Repubblica del Tatarstan, situata al centro dell'Europa orientale, a circa 800 km da Mosca, forse la città russa in assoluto più in crescita da un punto di vista economico e non solo, grazie soprattutto alla prevalenza dell'orgogliosa etnia tartara. Un successo che ha quindi un significato doppio e che dimostra come in Russia, anche nel calcio, l'egemonia moscovita è ormai un lontano ricordo: infatti, non è un caso che dopo lo Zenit di San Pietroburgo a vincere lo scudetto sia stata un'altra squadra non di Mosca.
(FONTE: CalcioRusso)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ah però! che bella soddisfazione..ciao

Anonimo ha detto...

Il Rubin ha vinto il campionato 10 giorni fa. Complimenti per la tempestività...

FscoMisc ha detto...

...qualcuno pensa ed ha la pretesa di pretendere da noi "bloggers" un professionismo che neppure le "testate" milionarie possono offrire.
dedicato a te...caro anonimo.

Bravo entius, come sempre

www.interclubacquaviva.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Robert Muller ha 28 anni, ed è un giocatore tedesco di hockey. Gioca nei Kolner Haie, una squadra di Colonia, e nella nazionale tedesca, nel ruolo di portiere.
Fin qui tutto normale. Se non fosse che Muller ha un cancro al cervello che secondo i dottori lo porterà alla morte in meno di due mesi.
Ma Muller, continuando a lottare fino all'ultimo secondo, vuole continuare a giocare perchè non sente dolore e vuole essere giudicato come un normale giocatore di hockey.
Giù il cappello. Queste sono le storie che fanno bene allo sport.
Dedica un post a questa storia. Siamo tutti con Robert Muller.

veleno ha detto...

eeelamadonna! Anonimo!

Giovanni Mastronardo ha detto...

ciao...complimenti per questo blog !ma come hai fatto a mettere tutte queste cose?hai una guida???potresti darmi qualche dritta?ahahahah
senti cosa de diresti di scambiarci i link??

famii sapere
a presto ciao!

Entius ha detto...

All'anonimo ha risposto già Francesco.
Ringrazio Francesco per i complimenti ma il post è di Kerhazov (Calcio Russo). Io mi sono limitato a limarlo qua e là.
Per Giovanni. Ok per lo scambio link. Ti dò volentieri qualche dritta. Basta chiedere (preferibilmente via e mail).