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venerdì 15 luglio 2011

COPPA AMERICA. FINITO IL BRODINO, ORA SI INIZIA A FARE SUL SERIO

Con il pirotecnico 4-2 del Brasile ai danni ell'Ecuador, risultato che è valso alla Seleçao la vittoria del girone (e per fortuna che doveva essere la Coppa America delle sorprese), si è chiusa una prima fase particolarmente noiosa, che non ha rispettato per nulla le aspettative in termine di spettacolo.
Il regolamento, ammettiamolo, certamente non aiuta visto che si può speculare già dalla prima partita e ogni singolo punticino assume importanza capitale considerando che ne passano 8 su 12. Sicuro si è vista molta, troppa tattica che ha ulteriormente appesantito le gambe di giocatori non motivati al 100%. Potremmo scrivere di Dani Alves, ad esempio, tanto devastante con il Barcellona quanto nullo in maniera preoccupante con la maglietta della Nazionale oppure di Thiago Silva-Lucio, coppia teoricamente affidabile ma incredibilmente sbadata. Sono solo esempi di una tendenza diffusa visti i ritmi troppo estivi in molte delle partite. Certo, non
è così per tutti: il Cile, ad esempio, ha dimostrato di stare bene di gambe e di testa, trascinato da Alexis Sanchez, talmente smanioso di passare al Barcellona da fornire prestazioni eccellenti tali da convincere i dirigenti blaugrana a spendere fino all'ultimo euro per il suo acquisto o la Colombia, messa benissimo in campo che ha dominato le 3 partite in cui è stata protagonista.
Il Gruppo A è stato infatti vinto da loro, con 7 punti che avrebbero potuto essere 9 considerando gli incredibili errori sottoporta contro l'Argentina. Proprio la squadra di Batista chiude al secondo posto, con 5 punticini, frutto di due pareggi insipidi e una passeggiata di salute contro i ragazzi del Costa Rica, che ha presentato qualche individualità di spessore, Joel Campbell promette molto bene ma anche le geometrie di Guzman non sono passate inosservate, ma che globalmente è ancora troppo debole a cospetto delle prime squadre (ricordiamo infatti che Costa Rica e Messico hanno giocato con gli Under22). Per loro lo scalpo della Bolivia, ultima ad un punto, conquistato all'esordio contro l'Argentina: poi, il nulla, una squadra che non ha azzeccato quasi niente, a parte il positivo portiere Arias e il capitano Raldes, a
tratti.
Il Gruppo B è stato probabilmente il più avvincente. Lo vince il Brasile sfruttando un calendario fantasioso disegnato sulla programmazione televisiva che gli riserva l'ultima partita, consci che una vittoria con 2 goal di scarto li avrebbe catapultati in testa. Detto, fatto. La sorpresa però è la Vinotinto, soprannome del Venezuela, non solo qualificato (ed è già una notizia) ma addirittura secondo. La squadra ha proposto individualità interessanti tra cui Rosales, Vizcarrondo, Rincon e Rondon, oltre al capitano carismatico Arango ma soprattutto un carattere incredibile, andando a rimontare con il Paraguay da 3-1 a 3-3 nei minuti di recupero, anche con l'aiuto del portiere Vega. Proprio il Paraguay è stata una mezza delusione. Passa, certo e con quel regolamento di cui abbiamo detto non c'erano dubbi ma difensivamente è stato da censura e il gioco non è sembrato molto fluido. Una individualità di spicco, Estigarribia è la classica ala "di una volta", ruolo che sta via via scomparendo. Rapidissimo, bravo nello stretto, giocatore più che interessante. Esce mestamente l'Ecuador che deve fare pubblico mea culpa soprattutto per gli errori degli attaccanti, Benitez e Caicedo che a volte sembrano voler entrare in porta direttamente con la palla. Un solo punticino per loro ma avrebbero potuto essere almeno 4, se consideriamo le occasioni clamorose capitate tra i piedi e sciupate malamente.
Il gruppo C ha seguito il canovaccio standard preventivato alla vigilia. Primo il Cile, apparso particolarmente in forma già dalla preparazione ed ultimo il Messico già limitato dalla regola
degli Under22, ulteriormente sforbiciato dalla scappatella degli 8 (alcuni dei quali asse portante della squadra) a ridosso della competizione e schierato in maniera incomprensibile con un'infarinata di difensori piazzati un po' ovunque e poi le punte: una squadra spaccata insomma che ha fatto da punchball per tutte. 0 punticini per loro, l'unica a non aver totalizzato alcun punto e statistiche impietose. Sarà sicuramente elemento di crescita per qualche ragazzo ma la spedizione è stata un disastro. In mezzo, si qualificano un Uruguay molto deludente che ha estratto dal mazzo la carta Alvaro Pereira, decisivo con Cile e Messico (e pensare che non era nemmeno titolare) e il Perù che ha capitalizzato al massimo le due realizzazioni di Guerrero e le buone giocate di Vargas.
Ora la competizione entra nel vivo. Già sabato, Uruguay-Argentina promette spettacolo, 28 titoli in campo e rivalità storica. Strada che sembra apparentemente in discesa per Colombia e Cile mentre il Brasile dovrà riaffrontare il Paraguay. Passassero tutte le favorite, assisteremmo a semifinali di livello che possano, finalmente, giustificare tutte queste levatacce.

Davide


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2 commenti:

Pakos ha detto...

Ora comincia il bello. Bisogna vincere e non sono concesse distrazioni. Secondo me la vera Coppa America comincia adesso.

Rudy ha detto...

Già stasera Argentina-Uruguay promette scintille. Mi aspetto spettacolo, emozioni e gol.